I grandi progetti dell'HC

Archive for the ‘InfoHCN’ Category

Thank you Mr President!!! Il nostro Ceo accoglie con entusiasmo la medaglia

In InfoHCN on ottobre 3, 2011 at 11:29 am

Chiara ringrazia con molto affetto e stima coloro i quali hanno voluto farci il dono di questa meravigliosa targa che corona il legame profondo esistente tra la WCSA – WORLD COMPLEXITY SCIENCE ACADEMY e WEALTH EVOLUTION SYSTEM. La nostra Ceo ha preferito redigere un discorsetto che troverete allegato da leggere in un solo sorso  Chiara Trofino-Palermo 2011 Grazie!!!

Come back from Palermo with a WCSA medal for us!

In InfoHCN on ottobre 1, 2011 at 4:11 PM

Siamo tornati! Palermo è stata un’esperienza forte.  Abbiamo raccolto adesioni da parte di numerosissimi autori dal background scientifico interessati a proporre le loro produzioni editoriali. Attendiamo con ansia perciò le loro opere!

La nostra CEO (chief executive officer) Dott.ssa  Chiara Trofino ma per chi ci conosce bene,  Chiaretta, ha portato a casa un bel Premio donato dalla WCSA http://www.wcsaglobal.org/ come ringraziamento per la collaborazione che ci lega da un po’.  High concept project affonda infatti la sua attività anche nel circuito dell’associazione, culla di un’intensa offerta editoriale.

Foto e video della premiazione su fb e ytube http://youtu.be/FEHQOUrCL24

L’High Concept a Palermo

In InfoHCN on settembre 17, 2011 at 9:27 am

Pronti per la prossima WCSA annual conference di Palermo http://www.wcsaglobal.org/ dove si parlerà anche di High Concept…e scopriremo quanti ne hanno già sentito parlare, quanti ne ignorano l’esistenza e magari verrà fuori qualche nuovo talento HC!!! Tutti gli aggiornamenti nei giorni dopo la conferenza…

High Concept Eduinfotainment (and HCE burlesque!)

In InfoHCN on giugno 28, 2011 at 7:17 PM

ANDREA PITASI

http://www.andreapitasi.com

con Roberta Tedeschi e Chiara Trofino

Michael Crichton e John Grisham, due autori di best seller mondiali che non abbisognano di particolari presentazioni, sono stati, rispettivamente, medico ed avvocato. Nelle trame di fiction che questi autori intrecciano, emergono nitidamente le loro competenze scientifiche, intellettuali e professionali, svolgendo un ruolo cruciale sia nello sviluppo delle storie, sia nell’interpretarle come “cavalli di Troia” per diffondere conoscenza scientifica-professionale come ad esempio in E. R. Medici in prima linea.

Questo fenomeno scientifico-letterario ha plasmato negli anni un genere che con le ricerche mie e dei miei collaboratori abbiamo formalizzato come High Concept Eduinfotaiment (HCE). Non si tratta di un fenomeno esclusivamente statunitense, ma squisitamente delle civiltà (anglo)sassoni – anglofone e germanofone e quando qualche autore di altre civiltà, come ad esempio Umberto Eco, vi si dedica – come nel caso del capolavoro Il nome della rosa – certamente non delude e mostra assai bene che può esistere anche fuori dal mondo anglosassone un grande successo editoriale costruito dosando sapientemente una trama di alto livello concettuale (high concept), in cui intrecciare abilmente elementi educativi (edu), informativi (info) e di intrattenimento (tainment) da cui, appunto, l’eduinfotainment. Purtroppo però Eco non è esattamente l’autore-tipo e rappresentativo della narrativa italiana. È Umberto Eco, punto e basta. Se consideriamo altri best seller italiani scopriamo autori di puro e semplice tainment  – tipo Federico Moccia o Fabio Volo – letture magari anche gradevoli per un ampio pubblico a bassa scolarizzazione o ancora acerbi nel loro processo formativo (adolescenti), certamente testi apprezzabili nel loro genere ma nessun genitore con un minimo di cultura userebbe un volume di Moccia per comprendere i propri figli; né tanto meno mi risulta che Federico Moccia si qualifichi come psicologo, psichiatra o neuroscienziato.

In Italia dunque l’high concept eduinfotaiment – Eco a parte – non presenta, almeno per ora, autori da best seller. Anche se qualcosa comincia a muoversi.

Prendiamo il caso di Alessia Gazzola, giovane medico chirurgo che ha esordito lo scorso gennaio col suo primo romanzo dal titolo L’allieva uscito per Longanesi: la protagonista è una giovane specializzanda in medicina legale alle prese con un omicidio e una vita complessa quanto comune. Sembrerebbe una trama, ed una biografia, alla Crichton prima maniera; alla Crichton di In caso di necessità. Non si tratta ancora di quel che si definisce High Concept, ma di sicuro lascia ben sperare sulla nascita di un filone italiano in cui cominciano a farsi spazio le caratteristiche dell’eduinfotainment.

Ancor più recente è il caso di Massimiliano Pieraccini: laureato in fisica, insegna presso l’Università di Firenze. Con Rizzoli ha pubblicato L’Anomalia, thriller scientifico che sembra un ulteriore indizio che il romanzo high concept può emergere anche in Italia!

A confermare la tendenza appare in questi giorni Francesco Fioretti, laureato in lettere a Firenze e specializzando in studi danteschi presso l’Università di Eichstatt in Germania, con il suo Il libro segreto di Dante, edito Newton Compton Editori. Un cocktail di intrighi, teoremi e rivelazioni che gli conferisce il titolo di un Dan Brown all’italiana ma con qualche anno in più di studi specialistici alle spalle.

Nel panorama letterario italiano, tuttavia, sta crescendo un altro fenomeno che potremmo definire la “parodia dell’ HCE” ossia il fenomeno dell’incompetenza generalizzata e camuffata da competenza specialistica. Questo fenomeno è piuttosto complesso e sarebbe pertanto semplicistico sia sostenere che gli autori dei libri “parodia” lo siano diventati consapevolmente, sia che lo siano diventati inconsapevolmente magari sull’onda di un innegabile successo di vendite a masse di lettori non qualificati che vedendo in questi autori persone più qualificate di loro li hanno riconosciuti metaforicamente re, in quanto orbi, del popolo dei ciechi.

Ma in che cosa consiste questa parodia?

Un autore high concept è un esperto (medico, fisico, matematico, avvocato ecc.) che attraverso trame di fantasia sviluppa storie il cui contenuto è invece “vero”, basato su fonti documentate, fonti metodologicamente organizzate con cura, una cura che richiede appunto la competenza dell’esperto e dunque il “messaggio scientifico e/o culturale” di questi romanzi è inconfutabile ed inattaccabile da un non addetto ai lavori. Che poi la trama di fiction sottesa possa piacere al lettore non qualificato o meno, questa è un’altra faccenda, come si dice: “de gustibus non est disputandum”. Se un lettore come trama di giallo preferisce un qualunque racconto di Agatha Christie a Il nome della rosa stiamo parlando di gusti, ma se un lettore intravede in un libro della Christie qualcosa in più di un semplice format d’intrattenimento e comincia a considerarla una sociologa, una filosofa e una criminologa allora quel lettore sta solo ammettendo la propria incompetenza. Di contro, Il nome della rosa può essere letto appunto come semplice giallo (da un lettore molto, molto poco colto)  ma anche su molti altri livelli; non ultimo come trattato di gnoseologia che illustra tanto la variante maggiormente oscurantista della posizione che sostiene una matrice teologica di ogni forma di conoscenza che diviene dunque sublime ricapitolazione della parola del divino (posizione incarnata nel romanzo da Jorge da Burgos) quanto la variante maggiormente razionalista-progressista incarnata da Guglielmo di Baskerville. Agatha Christie, tuttavia, non mi risulta che si sia mai presentata al pubblico come criminologa.

La parodia dell’HCE consiste invece nell’opposto: scrittori e giornalisti, magari anche ottime penne stilisticamente, che però non hanno competenze specifiche (e pochi anni da autodidatta possono bastare solo a pochissimi, elettissimi geni, mica uno si mette a spulciare gli articoli di nera, ne trae ispirazione per una trama e diventa automaticamente criminologo) che scrivono magari dei gradevoli noir di fiction ma che dopo un poco vengono etichettati dai non addetti ai lavori (nel qual caso gli autori non ne hanno colpa purché non reggano il gioco) o peggio si autoetichettano come, ad esempio, criminologi. Un caso emblematico di questi autori da parodia è Carlo Lucarelli, sulle cui opere intesi come noir di fiction non ho nulla da eccepire e posso anche aver trovato divertenti  i suoi programmi televisivi ma certamente se voglio comprendere come si analizza una scena del crimine vado a leggermi Augusto Balloni (neuropsichiatra, medico legale, psicologo, impegnato da anni nel settore della devianza e della medicina legale. Arricchiscono il suo profilo le oltre 150 pubblicazioni) elegantemente sconosciuto tra i non addetti ai lavori –  e non considero Lucarelli una fonte scientificamente e metodologicamente attendibile.

Non a caso il ‘coccodrillo’ di Crichton, affidato allo scrittore emiliano, non ha reso alcuna giustizia al medico, romanziere e filmmaker statunitense. Infatti il ricordo di Lucarelli appare come un’imperdonabile svista sin dalle prime parole, sin da quando, cioè, definisce Crichton un autore di fantascienza http://tv.repubblica.it/copertina/crichton-il-ricordo-di-carlo-lucarelli/26037?video. Per capire l’inadeguatezza di tale definizione basta pensare – oltre ai numerosi romanzi frutto di approfondite ricerche sui più svariati argomenti – alle innumerevoli partecipazioni di Michael Crichton a conferenze, convegni, lezioni al MIT e ai suoi articoli su riviste come Wired.

Perché gli interventi di uno scrittore di fantascienza dovrebbero essere legittimati al punto da essere discussi nelle aule dell’accademia? Perché uno scrittore di fantascienza dovrebbe essere legittimato al punto da essere invitato in quelle aule se non si tratta di lezioni di scrittura creativa? Evidentemente il maestro dell’high concept era considerato molto più di un fantasioso autore!

Ma la parodia dell’HCE è un trend sulla cresta dell’onda ed attira a sé una fila interminabile di seguaci anche tra i lettori che attraverso la loro adesione contribuiscono a legittimarne l’esistenza. Proprio da qualche settimana sta spopolando anche in Italia (al 5° posto tra i 100 libri più venduti su IBS.IT ) un primo di una trilogia a marchio Danielle Trussoni. Il caso cade a pennello: l’autrice trova l’ispirazione in un modo un po’ paradossale e detta la sua ricetta per l’interpretazione dei passi biblici scrivendo un libro, Angelology (Nord edizioni). Definito dal Time “un romanzo ipnotico in cui teologia, storia e azione si fondono in un affresco grandioso”, viene però da chiedersi, se basti le breve frequentazione di una pro-zia suora, la clausura per qualche tempo in un convento ed uno studio appena scolastico della religione cattolica ad attribuire il titolo di angeologa e a conferire una  conoscenza precisa di quella che viene definita l’angelologia, cioè lo studio teologico delle dottrine riguardanti le entità definite angeli. E allora, come mai lo scrittore che si accinge a svelare i segreti e ad interpretare le sacre scritture il più delle volte non è un teologo o un dottore della cultura religiosa che, indipendentemente dal grado di scientificità dell’argomento, saprebbe applicare la rigorosità del metodo? Troppo spesso la combinazione ibrida di elementi storici, talvolta religiosi, scientifici ad espedienti fantastici e letterari consente all’autore di trovare un escamotage per sdoganare il proprio point of view e giustificare l’approssimazione del suo approccio.

Ma ora basta. Proclamiamo la rinascita dell’HCE.

High Concept Novel: qualche dritta per gli aspiranti autori

In InfoHCN on aprile 27, 2011 at 8:44 am

Stiamo lavorando ai primi romanzi della collana High Concept Novel. Al tempo stesso siamo alla ricerca di nuovi autori che si riconoscano nel manifesto alla base del progetto. A tal proposito pubblichiamo un breve intervento che puntualizzi quelle che sono le caratteristiche del romanzo high concept. Più che un’analisi, un prontuario, per tutti coloro che volessero cimentarsi in questo genere letterario:

1) Approccio globale della storia, una narrazione che miri al pubblico più ampio possibile. Il pubblico del romanzo è potenzialmente internazionale.

2) La storia deve trattare tematiche scientifiche – o comunque legate a un ambito di cui l’autore abbia profonda conoscenza – che servano da traino per il romanzo e da possibile scenario per il lettore.

3) La storia deve essere frutto di ricerche accurate svolte sulla base di fonti attendibili, autorevoli e verificabili.

4) Il romanzo deve possedere le caratteristiche dell’eduinfotainment (education + information + entertainment). Il romanzo high concept rientra nelle categorie dell’educazione, dell’informazione, dell’intrattenimento,  inseriti negli stili narrativi tipici della fiction.

High Concept Project – Facebook

In InfoHCN on aprile 21, 2011 at 10:01 am

High Concept Project ha una pagina facebook dedicata su cui potrete trovare contenuti giornalieri e news su editoria, nuove tecnologie, arte e ovviamente sul progetto High Concept.  Per rimanere aggiornati è sufficiente iscriversi all’indirizzo:
http://www.facebook.com/pages/High-Concept-Novel/156173777780890?sk=wall

Facebook community page about High Concept Project:
 http://www.facebook.com/pages/High-Concept-Novel/156173777780890?sk=wall
Stay tuned!

Rassegna stampa

In InfoHCN on marzo 11, 2011 at 6:06 PM

Questi solo alcuni degli incontri che hanno accompagnato il percorso di crescita del laboratorio. Durante gli anni a venire la lunga incubazione ha permesso al progetto nato tra le aule universitarie di abbracciare una dimensione imprenditoriale e farsi dunque collana.

Ma per dare merito a quanti hanno dedicato le proprie energie ed hanno creduto nelle potenzialità del Laboratorio prima e del Premio letterario dopo abbiamo deciso di non oscurare le vicissitudini passate ma al contrario sistematizzarle in questo blog raccontando i trascorsi di un progetto maturato con la consapevolezza che solo attraverso piccoli passi si può acquisire.

Evento Caffè letterario IntraMoenia – Napoli – Settembre 2007 https://highconceptproject.files.wordpress.com/2011/03/pagina_locandina-sett-2807.pdf

Evento La Feltinelli – Pescara – Ottobre 2006 https://highconceptproject.files.wordpress.com/2011/03/locandia_evento_19_ottobre_ultima.pdf

https://highconceptproject.files.wordpress.com/2011/03/rassegna_stampa_19-10-06.pdf

Evento Fnac – Napoli – Gennaio 2006 https://highconceptproject.files.wordpress.com/2011/03/locandina_evento_fnac_12-01-06.pdf

Il PREMIO L’Autore come marchio globale https://highconceptproject.files.wordpress.com/2011/03/locandina_marchio_globale2_trac.pdf

Michael Crichton, sacerdote dell’High Concept

In InfoHCN on marzo 11, 2011 at 7:28 am

Michael Crichton: autore globale per eccellenza, maestro dell’eduinfotainment, sacerdote dell’High Concept. Quest’ultima definizione, attribuitagli dall’amico Steven Spielberg, è sicuramente la più calzante per il medico, romanziere, filmaker, produttore, sceneggiatore e molto altro ancora, statunitense. Personalità versatile e complessa, Crichton nasce a Chicago nel 1942. Ai fini della nostra analisi risulta fondamentale il fatto che cresca in una Chicago in piena evoluzione, già fuori dalla crisi economica; si tratta di una Chicago, o meglio di un’ America, che vuole investire, che pullula di editori pronti a puntare su giovani scrittori. Ma Crichton non nasce scrittore, ed è questa la prova che autore High Concept non si nasce, si diventa!

Studia alla Harvard Medical School dove si laurea col massimo dei voti in Medicina e Chirurgia e dove comincia a coltivare la passione per la scrittura. Infatti, durante questi anni scrive alcuni romanzi con gli pseudonimi di John Lange e Jeffery Hudson, tra cui l’affascinantissimo In caso di necessità. Diventato dottore abbandona ben presto la carriera di medico che poco gli si addice, per darsi completamente a quella di scrittore: i libri che scrive per pagarsi gli studi, infatti, riscuotono un successo strepitoso (grazie anche alle tematiche e allo stile già HC) e la gente vuole conoscere Hudson e Lange. E’ così che Crichton esce allo scoperto e inizia il passaggio da scrittore anonimo ad Autore. Personalità versatile giustappunto, in grado di passare con facilità dai corsi di antropologia tenuti alla Cambridge University, a quelli di scrittura del MIT, ai romanzi di genetica e diritto come l’ultimo uscito quando era ancora in vita, nel 2006, Next. Il background tecnico-scientifico, sapientemente conciliato con temi di grande attualità raccontati attraverso storie avventurose e spettacolari, hanno fatto di Crichton uno scrittore popolare che ha saputo trasformare la propria conoscenza in ricchezza.

In Jurassic Park, uno dei suoi romanzi più conosciuti, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Steven Spielberg, viene affrontato il tema dell’ingegneria genetica; in E. R. , celebre serie televisiva creata da Michael nel 1994 per la NBC (che ha reso celebre un giovane George Clooney!) e ispirata dai racconti Casi di emergenza dello stesso autore, viene spesso analizzato il problema dell’assistenza sanitaria statunitense attraverso il racconto dei pazienti, dei medici e delle loro storie. I temi affrontati sono molteplici, ma sempre di grande importanza ed interesse sociale. Vengono raccontati con dovizia di particolari, accompagnati da scenari spettacolari, fantascientifici ed avventurosi. Dunque un autore popolare, che ha fatto dell’intrattenimento un momento di educazione ed informazione e per questo capace di raggiungere un vasto pubblico, servendosi anche di uno stile immediato e di un linguaggio semplice. Grazie ai suoi libri, che nascono da accurati studi e appropriate ricerche, alle fiction da lui ideate, ai discorsi tenuti in autorevoli sedi, può essere considerato un divulgatore scientifico a tutti gli effetti: attraverso forme certamente più stimolanti ed appassionanti di quelle tradizionali, ha informato il pubblico su tematiche riguardanti la medicina, l’ecologia, le nuove tecnologie, l’inquinamento. Servendosi della formula del techno-thriller ci ha raccontato verità precise creando interesse tra un pubblico non necessariamente esperto.

Dunque, possiamo dire che questo autore ha rappresentato il perfetto connubio tra creatività, conoscenze strategicamente utilizzate e strumenti per vendersi al meglio.

by Chiara  

Welcome to HCN blog

In InfoHCN on marzo 11, 2011 at 1:48 am

Finalmente, il blog dedicato al mondo HIGH CONCEPT!  

Abbiamo pensato ad un blog per diffondere una cultura editoriale high concept e promuovere best practises sul campo.

Chi ci conosce potrà rileggere frammenti del nostro percorso collezionati nel tempo… chi ci scopre per la prima volta potrà gustare news dal campo editoriale, leggere dossier, fagocitare pillole d’autore, contribuire attivamente ma soprattutto accedere ad una community dal sapore scientifico a forti nuance narrative.

Questa piattaforma vive dell’incontro virtuale di giovani studiosi proattivi, briosi talenti emergenti ed affermati professionisti.

E allora seguici, linkaci, scrivici, taggaci, ma ATTENZIONE: l’uso prolungato può creare dipendenza.

sulle nostre tracce 2/2…

In InfoHCN on marzo 11, 2011 at 1:46 am

Il marketing editoriale protagonista al Suor Orsola

La comunicazione è divenuta, ormai, una competenza professionale indispensabile a qualsiasi settore di mercato, ancor più a quello editoriale, soprattutto librario, i cui prodotti sono fondamentalmente il frutto di politiche e strategie di comunicazione. Da ciò emerge, necessariamente, una figura nuova di scrittore che diviene esso stesso marchio dell’azienda editoriale che ne pubblica le opere. Di questa tendenza si occupa un laboratorio universitario d’avanguardia ideato da Andrea Pitasi presso l’Università Suor Orsola Benincasa.

Lo scrittore contemporaneo si prepara a modellare i nuovi attrezzi del mestiere, liberandosi di quella aria tra lo snob e l’onnisciente di cui, in passato, è stato sempre circondato.

L’ultima tendenza del momento viene dall’innovativo laboratorio ideato da Andrea Pitasi, docente di “Sociologia Giuridica della Proprietà Intellettuale”, “Management Strategico” e “Comunicazione Strategica per le organizzazioni pubbliche, private e di no profit” presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Il laboratorio “Autore come marchio globale”, giunto già alla sua terza edizione, si inserisce quest’anno nel corso di laurea specialistica in Comunicazione istituzionale e d’Impresa e precisamente presso la cattedra di “Sociologia Giuridica della Proprietà Intellettuale”: un gruppo di studenti universitari, investono le loro competenze e creatività in un interessante lavoro di consulenza e ricerca, facendo sempre attenzione alle ultimissime strategie di promozione, relazioni pubbliche e self-marketing. Il progetto vede anche la partecipazione di esperti con professionalità differenti: docenti, giornalisti e scrittori affermati che collaborano sinergicamente per creare un network di conoscenze ampie e specialistiche. Il laboratorio nasce dalla consapevolezza dell’esistenza di un lettore annoiato e disincantato che non è più stimolato da un mercato dell’editoria saturo e disattento e che reclama pertanto uno scrittore ripotenziato nel suo capitale intellettuale; uno scrittore che si trasformi in imprenditore di se stesso e della propria identità letteraria sviluppando così un nuovo profilo professionale. L’artista, allora, dovrà armarsi di valide tecniche manageriali, di marketing e comunicazione strategica per sopravvivere con efficacia ed assicurarsi ulteriori prospettive di crescita. Lo scrittore sarà accompagnato e guidato nel suo percorso di modernizzazione alla scoperta di strumenti e tecniche vincenti ma spesso sfuggenti che imparerà a padroneggiare con naturalezza superando timori e preconcetti nei confronti di metodologie generalmente slegati dal suo campo d’azione come merchandising, trendsetting, eduinfotainment, ma anche concetti più vicini al suo ambito ma ugualmente, spesso, ignorati come gli strumenti giuridici a tutela della proprietà intellettuale, per farne solo qualche esempio. L’obiettivo, al dire il vero alquanto ambizioso, è quello di mettere a sistema in un’unica mente abilità e strategie rintracciabili di solito in profili professionali differenti; non più editor, consulente legale o agente di comunicazione ma un’unica persona “ripotenziata” nelle sue competenze non più meramente creative.

Con quanto detto, chiaramente, non si vuole soffocare l’estro artistico che naturalmente avvolge la figura dello scrittore, lo si vuole invece fortificare con un corredo di strumenti necessari per difendere sé stesso, i propri interessi, il posto tra gli scaffali ed anche, perché no, la propria ricchezza non solo culturale. Il laboratorio ha, perciò, pensato ad una vera e propria agenda tattico-operativa attraverso la quale l’autore possa migliorare le proprie performance, riorganizzare il proprio management artistico — professionale e conquistare un vantaggio competitivo sul mercato.

Lo schema decisamente innovativo avrà il pregio di affrontare il problema in modo esaustivo, elaborare soluzioni funzionali e trovare la sua applicazione in ogni contesto, globale, nazionale e locale, rispecchiando le diversità e le aspirazioni di ogni artista. Il presupposto principale del progetto rimane però il fattore “marchio”. L’autore dovrà maturare l’importanza che sta nell’elaborazione di un preciso concept con cui offrirsi al mercato; per conquistare l’arena, per irrompere nel mercato cosmopolita, lo scrittore dovrà quindi costruire una brand identity, proporsi come marchio, come total logo.

Perché solo il carattere di esclusività e di riconoscibilità conferisce nell’epoca attuale un effettivo vantaggio competitivo e dunque genera quel valore aggiunto tanto ricercato sia in senso economico che sociale.

di Roberta Tedeschi                                                                                                                tratto da Il Denaro (pagina Marketing – I nuovi scenari)                                         

9-02-2007