I grandi progetti dell'HC

Archive for the ‘Global publishing’ Category

Una riflessione di Chiara Trofino su Solotablet.it

In Global publishing, Trend on dicembre 5, 2012 at 2:43 PM

Vi segnaliamo qui di seguito il link all’articolo scritto dalla nostra editor Chiara Trofino sull’editoria digitale.

Buona lettura!

http://www.solotablet.it/blog/wide-horizon-strategy/nuove-frontiere-editoriali-oltre-la-carta-oleata-pardon-stampata

P.s. se non dovesse aprirsi il link, basta copiare l’url oppure andare su solotablet.it e troverete l’articolo in homepage.

 

 

FOCUS Ma in Italia esiste la classe creativa?

In Global publishing on marzo 17, 2011 at 9:33 PM

Ripartiamo dalla “Teoria del capitale creativo” di Florida per approdare al Creativity Group Europe, un gruppo di ricerca nato nel 2003 e volto ad applicare questa teoria nel contesto europeo. Il rapporto di ricerca “L’Italia nell’era creativa”, fotograferà lo stato dell’economia creativa italiana. L’italia pone oggi a confronto le 103 città italiane capoluogo di provincia. La Classe Creativa viene misurata come l’incidenza sul totale degli occupati delle persone che svolgono le seguenti occupazioni: imprenditori, dirigenti pubblici e privati e professionisti che svolgono “attività organizzativa, tecnica, intellettuale, scientifica o artistica da elevata specializzazione”, ovvero managers, ingegneri, architetti, chimici, professori, musicisti, scrittori, giornalisti, ecc.

Gli scrittori trovano un’esplicita citazione tra i dati del Censimento della popolazione dell’Istat: “Authors, journalists and other writers write literary works for publication or presentation in dramatic form, appraise merits of artistic productions, or literary and other works of art, or write and edit news, stories and commentaries.” http://www.ilo.org/public/english/bureau/stat/isco/isco88/2451.htm. I primi posti riservati alle grandi città, incluse alcune importanti città del sud come Napoli, Palermo e Messina, tra le prime dieci.

Tabella: Indice della classe creativa presente nelle città italiane

provincia % classe creativa
Roma 24.62%
Genova 23.99%
Trieste 23.63%
Napoli 23.38%
Bologna 23.26%
Pescara 23.24%
Firenze 22.87%
Milano 22.87%
Palermo 22.52%
Messina 22.51%

Ebbene la classe creativa italiana esiste e si fa sentire. Ma quanti sono gli autori riconosciuti che contribuiscono a dar spessore alla classe creativa?

Gli autori delle opere assegnano, preferibilmente, la tutela delle opere prodotte alla SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori – ed accedendo alle banche dati presenti on line, dietro diretto contatto con i referenti responsabili, è possibile ottenere il dato rappresentativo del numero degli autori presenti attualmente in Italia che hanno proceduto con la registrazione della propria opera/e. La Siae conta circa 1.400 autori registrati nell’intera nazione al 2010. Il dato si riferisce agli scrittori che hanno già pubblicato almeno un’opera. Ma il lavoro di uno studioso non finisce qui. Resta dunque un obiettivo interessante quello di provare a comprendere quanti invece siano gli autori esordienti, o desiderosi di farlo, attualmente presenti nel panorama nazionale. Per far ciò si intende fare appello alla pubblicazione Gfk Sinottica – un’indagine single-source sull’individuo e la sua esposizione ai mezzi – a cura del Gruppo GfK, il quarto Istituto di ricerche di mercato al mondo. Allora quale segmento della popolazione, per stile, per volontà e per capacità e livelli di preparazione,  matura tra le proprie ambizioni il desiderio di divenire scrittore?

I segmenti potenzialmente interessanti che partecipano attivamente allo stato di avanzamento culturale del paese sono i seguenti:

  • I Protagonisti 2,1% (circa 998.000 individui)

E’ un’élite ristretta, medio giovane e adulta. E’ un segmento misto per genere, protagonista socialmente sia dal punto di vista professionale che da quello culturale. Cultura, professione, ma anche divertimento e piacere, sono gli asset che tengono in equilibrio; e tale equilibrio, realizzato o come forte aspirazione, è proprio il loro tratto distintivo. Leggono molto i libri, soprattutto d’arte, tecnico-scientifici e saggi di cultura. Assistono spesso a conferenze, visitano musei e mostre, vanno a teatro.

  • L’Elite femminile 4,3% (circa 2.075.000 individui)
  • 

E’ un gruppo femminile, centrale, di eccellente profilo, che tende all’assunzione di un doppio ruolo (fuori casa/casa) con, però, una propensione significativamente maggiore a privilegiare la realizzazione personale. E’ in assoluto il target che ha il maggior coinvolgimento nell’acquisto e lettura di libri, che possono essere di svariato genere: dalla fantascienza, all’arte, al saggio di cultura, alla narrativa. Seguono inoltre con interesse eventi culturali anche eterogenei, come spettacoli a teatro, conferenze, concerti, ecc. E’ il target che ha l’approccio più conviviale e sperimentale.

  • L’Elite maschile 7,2% (circa 3.470.000 individui)
  • 

E’ un gruppo prevalentemente maschile, giovane adulto, di alto profilo. È attivo e fortemente impegnato: molto nella realizzazione professionale, ma anche nella crescita culturale e della propria partecipazione sociale. Acquistano libri che trattano molteplici generi, dalla fantascienza al saggio di cultura; sono individui ricettivi, curiosi e attratti da numerose manifestazioni culturali.

  • La Pre-elite progettuale 2,7% (circa 1.308.000 individui)

Il target è prevalentemente maschile, piuttosto giovane, o giovanile, di buon profilo. Le ambizioni, le risorse, le aspirazioni, gli stili e le scelte sono “tarate” sull’élite, pur non appartenendovi appieno. è uno dei target dove è maggiormente presente la componente dell’innovazione e del rischio. Inoltre è progettuale, sia professionalmente che culturalmente. Leggono molto i libri, soprattutto gialli, fantascienza, storia, arte o tecnicoscientifici. Vanno molto a teatro e seguono manifestazioni culturali di vario genere.

  • Le Donne doppio-ruolo 6,9% (circa. 3.300.000 individui)

E’ un gruppo femminile, mediogiovane, di buon profilo; presenta chiaramente due logiche /aspirazioni di investimento, idealmente paritetiche come importanza: famiglia e lavoro. E’ un gruppo attivo ed estroverso ed il coinvolgimento a livello culturale rivestono un’importanza notevole. L’acquisto dei libri è piuttosto elevato; in particolare i romanzi rosa, la narrativa, i libri pratici sono i generi più letti. A livello culturale sono donne attive, è un gruppo attento alla moda e ai fenomeni di costume e vuole sempre essere/apparire moderno.

  • Le Frizzanti 3,2% (circa 1.520.000 individui)

E’ un gruppo femminile moderno, giovanile, esplorativo e dall’orientamento decisamente outdoor. Fra le mete nella vita vi è una certa progettualità soprattutto culturale; le loro attività culturali sono, infatti, svariate: hanno forti consumi in questo campo e progetti di miglioramento del proprio livello.

 By Roby-T

FOCUS Il fondamentale valore economico della creatività

In Global publishing on marzo 17, 2011 at 9:18 PM

Per individuare il prototipo dell’autore globale e permettere a quanti ci leggono di identificarsi come tale abbiamo pensato di pubblicare qualche stralcio tratto dai nostri studi al riguardo…

Chi di voi ha l’idea di cosa sia la famosa “classe creativa”, definizione molto gettonata, tanto usata, a volte anche abusata e soprattutto desiderata?

Iniziamo col dire che l’economia e la società contemporanea sono sempre più caratterizzate dalla creatività, dalla capacità di produrre idee, conoscenze ed innovazione e se il passaggio dall’economia agricola all’economia industriale ha provocato la sostituzione di alcuni fattori di produzione (terra e lavoro agricolo) con altri (materie prime e lavoro operaio), le trasformazioni in atto nel contesto socio-economico sono, invece, basate sul ruolo cruciale assunto dalla capacità creativa dell’uomo.

A partire da questa premessa sorge la teoria sviluppata dall’economista americano Richard Florida (attualmente “Hirst Professor” alla School Public of Policy della George Mason University) nel libro The Rise of the Creative Class (Mondadori, 2003) che ha come perno sostanziale il riconoscimento del fondamentale valore economico della creatività.

Florida mette in discussione l’idea che il cambiamento sia prodotto esclusivamente dall’innovazione tecnologica, ritiene che i concetti “dell’informazione” e “della conoscenza”, analizzati in prospettiva economica, sono gli strumenti ed i materiali di una risorsa economica capace di generare ancora più valore, la creatività; l’innovazione, sia essa nella forma di un nuovo artefatto tecnologico, di un nuovo modello di business o di un nuovo metodo, costituisce il suo prodotto. Tutti i grandi passaggi epocali della storia dell’umanità secondo l’economista americano possono essere visti come manifestazioni della creatività umana ma la consapevolezza di ciò e il riconoscimento del suo ruolo fondamentale nei processi economici e sociali è la grande novità degli ultimi anni: “nel lavoro e negli altri aspetti della vita viene attribuito alla capacità creativa un valore più grande che mai”

Il valore economico della creatività ha trovato espressione nell’ascesa di una nuova classe…appunto la “classe creativa”, arrivata a comprendere il quasi il 30% degli occupati nei Paesi economicamente “avanzati”! Gli appartenenti a questa classe si distinguono in quanto impegnati in attività professionali la cui funzione principale è quella di produrre forme nuove e significative e sono suddivisi in due sottosegmenti a seconda della natura del processo creativo alla base del loro lavoro:

Þ    “nucleo supercreativo”

Þ    “creativi di professione”

Il nucleo centrale (“nucleo supercreativo”) comprende i nostri autori romanzieri, insieme agli scienziati e ingegneri, docenti universitari, poeti, artisti, attori, stilisti e architetti, scrittori di testi non narrativi, dirigenti editoriali, figure del mondo culturale, ricercatori, analisti e opinionisti. Questo livello superiore del lavoro creativo è caratterizzato dalla produzione di nuove forme o nuove soluzioni che siano facilmente riproducibili e largamente utilizzate. L’ambito in cui la nuova classe si definisce è, quindi, essenzialmente economico; i componenti della classe creativa si identificano come produttori di creatività e la loro presenza diventa condizione fondamentale per alimentare la produzione di innovazione, ricchezza e sviluppo. A tal proposito Richard Florida elabora la cosiddetta “teoria del capitale creativo” in cui sostiene come lo sviluppo economico di una città sia guidato dalle scelte di localizzazione della classe creativa che preferisce “i luoghi diversi, tolleranti e aperti alle nuove idee”. Confutando la tesi New Economy che postula la morte della geografia nell’era della comunicazione e delle reti virtuali, l’economista americano rivendica la criticità del “luogo geografico”, e in particolar modo della “città”, come unità organizzativa fondamentale per lo sviluppo della nuova classe creativa e come motore dell’economia. Florida si propone di validare attraverso un modello statistico (comprovato in circa 200 città statunitensi) l’esistenza di un legame fra presenza di classe creativa e tre fattori specifici: tecnologia, talento e tolleranza (le 3T).

 By Roby-T

Trend futuri dal mercato globale

In Global publishing on marzo 11, 2011 at 7:26 PM

Sia che si parli dell’offerta (produzione e distribuzione) che si parli della domanda (lettori), i dati che arrivano dal mercato editoriale lasciano ben sperare in una sopravvivenza del mercato alla crisi recessiva ormai dilagante ed alle opportunità tecnologiche in grado di agevolarla in alcuni casi e di ostacolarla in altri. In un lungo articolo comparso su Publishers’ Weekly (Il sito http://www.publishersweekly.com di news internazionali sul mondo della produzione e della vendita libraria.), Mike Shatzin (Shatzin è il fondatore di Idea Logical Company, editore, e lavora da 20/40anni nell’industria editoriale, approfondimenti al link http://www.idealog.com/about-us/about-mike-shatzkin) guru del digital-change nell’editoria da oltre vent’anni presenta le 15 tendenze che caratterizzeranno il mercato editoriale americano a partire dal 2008 e che, evidentemente, arriveranno anche in Italia un paio di anni dopo anche se solo per un semplice riflesso incondizionato all’emulazione. Shatzin afferma, tra le altre proiezioni future come la crescente popolarità degli e-books e delle autopubblicazioni a marchio Lulu ([1] Lulu è la piattaforma digitale che offre strumenti e servizi per rendere la pubblicazione semplice e per vendere i propri libri.) che questo sarà l’Anno dell’Autore.

<<Iniziative come gli speakers bureaus (si tratta di un’agenzia di speakers utile per individuare lo speaker più adatto al proprio evento, approfondimenti al link  http://www.aeispeakers.com/) di HarperCollins e Random House, l’Authonomy Web community di HarperCollins UK e l’iniziativa di Knol (Knol è un modo nuovo di google per condividere le conoscenze sul Web raccolte per tematiche.) di Google per creare una Wikipedia “d’autore” sono un’ammissione della crescente importanza del “marchio d’autore”.>>

La vendita complessiva di libri rimarrà costante, ma aumenterà l’attività degli editori nella vendita diretta  attraverso i propri siti web, in particolare tramite il download in formato digitale di testi e/o audio book.  Gli editori avranno siti web specializzati mirati al pubblico di nicchia e punteranno sulla pubblicità tramite internet rispetto a quella tramite i media tradizionali, che hanno progressivamente perso audience. In questo contesto, sostiene lo stesso Shatzin, gli agenti letterari sperimenteranno una sorta di consolidamento. Infine, secondo lui oltre ad essere l’Anno dell’Autore, il 2009 sarà l’Anno dell’Esperimento. Basti pensare alle iniziative come i widget di HarperCollins e Random House, i book-trailers di Simon & Schuster, la pubblicazione attraverso i cellulari resa possibile da Mobifusion (iI progetto Mobifusion and New World Library http://www.mobifusion.com/newsdetails.html#NewWorld) e sperimentata da diversi editori che hanno creato una cultura dell’esperimento nel mondo dell’editoria.

Una cultura, perché no, replicabile anche in Italia. I Widget sperimentati dalle case editrici americane, Random House e HarperCollins, rappresentano uno strumento promozionale curioso in grado di solleticare nelle persone la voglia di leggere. Si tratta di un’interfaccia grafica che  permette al “netizen” (citizen del net) di sfogliare qualche pagina del libro e godersi una bella copertina in formato gigante, tale da poter essere, tramite il widget, incastonata nel proprio blog, innescando un passaparola che alimenti la passione per la lettura e stimoli l’acquisto del libro. Ma le strategie esperenziali delle case editrici si spingono oltre: alcune piattaforme permettono la fruizione gratuita dei testi, con funzioni tuttavia paragonabili a quelle autorizzate in libreria come l’impossibilità di salvare, stampare e copiaincollare testo. Alcuni progetti delle case americane consentono al lettore di sfogliare in anteprima sulla pubblicazione il 20% del testo, i risultati si sono tradotti in crescita esponenziale degli ordinativi. L’iniziativa di Random House, anch’essa sperimentatrice a fasi alterne nell’ambito dei libri digitali, sceglie di optare non per una leva promozionale ma piuttosto per un nuovo modello di business: sul sito della casa editrice è possibile acquistare “fette di libro”, capitoli da fruire singolarmente, a pochi dollari. Le start-up italiane dovrebbero fare tesoro delle news provenienti dal mercato avanguardista americano perseguendo ideali di innovazione, accessibilità e flessibilità, sfruttando le predizioni per assecondare una cultura d’Autore, dichiarata promettente e raccogliendo la proposta fornendo all’autore quel counselling necessario e “viabile” per la costruzione di un brand autoriale.

By Roby-T